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Regime Forfettario

Regime Forfettario, alternativa vantaggiosa al Regime Ordinario

regime ordinario

L’articolo di oggi tratta un tema veramente importante.

Guadagnare in rete è possibile ma di sicuro non farti abbindolare da chi ti illude di guadagnare cifre esorbitanti in poco tempo con poco lavoro.

Direi tutto il contrario, se ti impegni e ci sai fare puoi guadagnare cifre anche importanti ma lavorando tanto e di sicuro non in poco tempo.

Fatta questa premessa occorre anche dire che nel mercato offline tantissime attività ogni giorno chiudono perchè la fortissima pressione fiscale imposta non si riesce a compensare con i guadagni da attività che negli ultimi 10 anni sono fortemente diminuiti.

È quindi importantissimo prima di aprire una qualsiasi attività comprendere bene i costi fiscali, di produzione e contributivi di tale progetto.

Chi apre una partita iva dal 1 gennaio 2015 può utilizzare il nuovo regime forfettario.

Questo nuovo regime fiscale sostituisce il vecchio regime dei minimi che riassumo in breve.

Nel vecchio regime dei minimi si poteva accedere con non più di 35 anni, si poteva utilizzarlo fino ad ricavi di 30000 euro, si pagava una imposta sostitutiva del 5% sull’utile e l’INPS era versata in termine fisso di circa 3600 euro l’anno fino a 15000 euro di utile, sull’eccedente si pagava il 20%.

Si poteva rimanere in questo regime per 5 anni.

C’erano alcune altre regole ma parliamo dell’attuale nuovo regime forfettario che sembra vantaggioso.

Vediamolo:

  • Innanzitutto non c’è più limite di età, ci si può rimanere a tempo indeterminato.
  • Non c’è l’iva, se vendi ebook l’iva è attualmente scesa al 4% ma in questo regime fiscale le fatture che tu emetti saranno senza iva.
  • La tassazione si calcola con un coefficiente di redditività, ossia il fisco per ogni singola attività ti dice che percentuale di utile  hai sulle tue vendite.

Facciamo un esempio, ammettiamo che sei un commerciante, l’indice di redditività per il commercio è 40%, ciò significa che se hai ricavi per 30000 euro hai spese per 60% di 30000 euro ossia 18000 euro così il tuo utile tassabile è 12000 euro.

A questi 12000 euro vanno sottratti i contributi INPS, ammettiamo per esempio 2800 euro, rimane così un utile da tassare di 9200 euro.

A questi 9200 euro si applica un’aliquota del 15%, pagherai così di tasse 1380 euro.

Fai attenzione in questo esempio noti che tra tasse e INPS hai pagato 4180 euro in un anno, nel vecchio regime o nel regime ordinario avresti pagato 3600 euro fissi e poi il 20% dell’eccedenza.

Senza parlare della tassazione in regime ordinario, che vede come aliquota più bassa il 23%.

Il coefficiente di redditività è ricavabile dalle tabelle dei codici attività ATECO.

Nel nuovo regime forfettario l’INPS si paga in percentuale del 22,65% sull’utile, per cui se hai un utile di 10000 euro pagherai 2265 euro, nel vecchio regime dei minimi ne avresti pagati 3600.

Dal 1 gennaio del 2019 la normativa è cambiata e permette di accedere al regime forfettario fino a redditi (fatturato) di 65000 euro per qualsiasi tipo di attività.

Come puoi vedere i vantaggi sono notevoli e se crei un’attività che lavora sicuramente ne vale la pena.

Per contro e per onestà intellettuale occorre anche dire che il regime forfettario è sempre sotto l’occhio dei governi, ogni governo che si presenta va sempre a ritoccarlo in qualche modo, quindi ogni anno si deve fare sempre i conti con la legge finanziaria e andare a vedere cosa è stato eventualmente cambiato del regime forfettario.

L’aumento del tetto di ricavi a 65000 € è senza dubbio buona cosa e permette di fare rientrare in questo regime fiscale molte piccole imprese e partite iva individuali.

Altro punto a favore del regime forfettario è la possibilità di richiedere il pagamento dell’inps ridotto del 35% così invece di 3900 € annui di minimale inps si pagano circa 2400 €.

Staremo a vedere se il regime forfettario con la prossima finanziaria 2020 verrà mantenuto così o subirà qualche strapazzo dai nostri governanti con gli occhi puntati sulle piccole imprese invece di andare a ridurre drasticamente una tassazione irpef vergognosa con aliquota minima del 23 % e massima del 43%.

Ci si auspicherebbe anche di dovere aprire il dibattito sull’abolizione, hai capito bene abolizione dell’iva in quanto imposta senza alcun senso, ma oramai si nasce abituati ad un’idea ed è difficile cambiarla in corsa, ma questo argomento verrà magari trattato in un altro articolo.